E’ necessario un nuovo paradigma produttivo capace di aderire in modo personalizzato ai bisogni delle persone, che valorizzi la figura del progettista, che prediliga la produzione locale e solo su richiesta, in modo da limitare spostamenti e sprechi di prodotti.

Da alcuni anni VAHA (Virtual Architecture Handicraft Art) sperimenta una filiera di artigianato digitale e industria 4.0, che parte dalla formazione e arriva alla produzione e promozione di prodotti innovativi, con il coinvolgimento di centinaia di progettisti e decine di aziende. Sulla base di questa community consolidata, sono sorte soluzioni progettuali aderenti al momento, ma anche nuove interpretazioni dello spazio del vivere.

Come comunica un paziente intubato al risveglio della terapia intensiva? Come viviamo gli spazi della casa? Come si smaltiscono i guanti e le mascherine? Come insegniamo ai bambini a proteggersi?

Un team multidiscipinare sta gestendo lo sviluppo delle idee della community. Alla guida c’è Rossella Siani, ideatrice della piattaforma VAHA, oltre che architetto, Ph.D. in Tecnologia dell’Architettura, docente della Federico II. Luigi Di Biasi è il web master, dottorando oltre che assegnista di ricerca, da tempo lavora per lo sviluppo della piattaforma. La grafica e la comunicazione social è affidata a Mariangela Intaglietta e Federica Carandente, entrambe laureande in Architettura, presso la Federico II. La psicologa Arianna D’Isanto assiste i progettisti nella comprensione delle esigenze emotive della popolazione in questo delicato momento.

Se anche tu hai un’idea, unisci a noi, intanto ecco i primi progetti.

Parla con lei/lui, un sistema di comunicazione paziente medico.

Un orto domestico basculante e un tavolino “sospeso” da balcone per ampliare gli spazi esterni della casa.

Molti hanno affrontato il lavoro in modalità domestica, e allora perché non allestire gli spazi con sistemi per migliorare il raccoglimento, sfondi per la videochiamata, sistemi per l’ergonomia o il miglioramento della postura e del benessere.

Filippo è la reinterpretazione al taglio laser del panaro napoletano comprensivo di carrucola.

E ai bambini chi ci pensa? Diversi i giochi che stanno emergendo per loro, trottole montabili e personalizzabili, personaggi per le fiabe, un gioco dell’oca appositamente studiato per insegnare ai più piccoli tutte le nuove regole di igiene del momento, un omino in cartone altezza bimbo per un nuovo rito di svestizione ora che si può uscire con mascherine e protezioni varie.

Per noi che dobbiamo affrontare una fase fatta di protezione, ci sono diverse soluzioni per ridurre il contatto con le porte, le maniglie della metro, i pulsanti vari.

E’ utile pensare a contenitori appositi per le mascherine e i guanti indispensabili in questo frangente.

E infine un omaggio a chi ha riscoperto la lettura come momento d’evasione.

E tu, che idea hai?